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BANGKOK — A forza di sentirselo dire perfino da preti e missionari cristiani l’avevano creduto anche loro, e combattevano senza temere i proiettili del nemico. A 12 anni sparavano e uccidevano, lanciandosi all’attacco fucili in mano convinti di essere immortali grazie alle loro preghiere. Non a caso i loro seguaci si chiamavano l’Esercito di Dio, devoti fino all’estremo sacrificio ai due leggendari gemelli di presunta natura celeste, Luther e Johnny Htoo: i guerrieri di Peter Pan.

Crociati bambini di una guerra santa del popolo cristiano Karen contro l’invasore buddhista birmano, erano nati in una capanna di contadini durante una pausa tra le molte guerre lungo i confini tra Birmania e Thailandia. Combatterono a lungo alla fine degli anni ‘90 avvolti dal magico alone dell’invincibilità nata dalla devozione e alimentata da messe e preghiere quotidiane prima di ogni battaglia. Dei gemelli e delle loro gesta si parlò e si scrisse in tutto il mondo, finché nel 2001 il sostegno offerto a un gruppo di combattenti indipendentisti ancora più estremi pose fine alla loro carriera e molti dei loro compagni trovarono una morte violenta.

Per un paio d’anni Luther e Johnny vissero in un campo profughi lungo il confine, poi Luther lasciò i tropici per finire in Svezia al freddo ma in una casa confortevole, con la possibilità di studiare Economia e Storia, come ha raccontato di ritorno in Thailandia durante un’intervista rilasciata assieme al fratello all’Associated press mentre il fratello finiva - «per un inganno », dice oggi - nelle mani dei birmani. Le immagini che li vedono riuniti, ormai 25enni, mostrano due personalità diverse, non solo rispetto al volto duro di quando imbracciavano i fucili più lunghi delle loro braccia, ma soprattutto per via della trasformazione avvenuta nelle loro esistenze. Mentre Luther, abituato a viaggiare e a conoscere altre genti, si mostra spigliato, l’altro resta quasi nascosto dietro al fratello, che risponde al suo posto.

Johnny infatti ha passato senza studiare né lavorare gli anni di separazione, arrangiandosi nel povero campo profughi vicino alla frontiera tra Thailandia e Birmania, mentre la madre e una sorella si sono trasferite in Nuova Zelanda, dove Luther conta di far andare anche il gemello con qualche aiuto. «Ma c’è ancora un sacco di gente con cui devo parlare perché possa succedere», racconta, rivelando che il fratello si consegnò alle autorità nel 2006 con la promessa di un impiego mai mantenuta. Infatti dopo aver coltivato campi di riso, tornò tra i rifugiati, e presto gran parte dei guerriglieri Karen depose le armi accettando un cessate il fuoco con il nuovo governo degli ex militari birmani oggi avviati verso la democrazia.

Nel ristorante thailandese dove si sono salutati prima di rivedersi tra chissà quanti anni, Luther indossa una elegante camicia tradizionale Karen sopra i jeans, un orecchino d’argento all’orecchio sinistro e due al destro. Johnny invece ha una vecchia camicia di quelle offerte dalle associazioni caritatevoli, di qualche taglia più grande, come quando lo fotografarono nella divisa abbondante durante gli anni della guerriglia. Ai giornalisti è apparso stanco e nervoso, l’ombra di quel ragazzino vispo coi capelli lunghi che fumava sigari e dopo ogni vittoria in battaglia si lasciava trasportare a spalla in tripudio dai suoi devoti commilitoni. In Thailandia, Luther dice di aver indagato sulla sorte dei loro compagni, «scomparsi nel nulla» dal giorno in cui si arresero alla polizia thai. «Le loro mogli e i figli sono ancora in attesa», dice. «Sono passati 13 anni. Credo che tutti siano morti».

Ad accelerare la dissoluzione dell’esercito di Dio e del mito dei due comandanti bambini, fu l’ingresso sulla scena della guerra indipendentista dei “Vigorosi studenti guerrieri birmani”, un gruppo di giovani ribelli Karen che assaltò l’ambasciata birmana di Bangkok nel ‘99. L’assedio durò poco e gli assalitori vennero portati dai militari thai oltre il confine nel territorio controllato dai “gemelli divini”, che li accolsero attirandosi le ire dei soldati thai e birmani. La fine della invincibilità di Luter e Johnny corrisponde alla tragica conclusione di un’altra impresa dei “Vigorosi studenti”, che nel 2000 occuparono l’ospedale provinciale di Ratchaburi in Thailandia, scatenando la rappresaglia dei soldati reali. Dieci assalitori furono uccisi dai militari, che spararono anche contro quanti si arrendevano, e molti altri Karen morirono durante i bombardamenti contro il quartier generale dell’Esercito di Dio.

I gemelli si salvarono grazie alla fama delle loro gesta e alla popolarità conquistata sui media. Nessuno dei due oggi sogna di riprendere le armi, «a meno che la nostra gente non torni ad essere colpita», dice Luther. Nonostante il freddo e la neve — racconta — ama tornarsene nella cittadina a 300 km da Stoccolma in Svezia «perché è un Paese tranquillo, dove nessuno si spara e ferisce a vicenda». «Ora che ho paura di morire — ammette l’ex guerriero bambino — non è più divertente combattere. Nessuno vuole combattere a meno che sia costretto a farlo».